«Al momento attuale sembra che i finanziamenti del servizio pubblico dei media saranno ridotti in ogni caso, con conseguenze drastiche per la SSR e per l’intero paesaggio culturale e mediatico svizzero che impatteranno notevolmente anche sull’economia», costata Silvia Dell’Aquila, segretaria centrale del sindacato svizzero dei media SSM. «Intervenendo con un emendamento a livello di ordinanza, il Consiglio federale priva il popolo sovrano svizzero, vale a dire l’elettorato, della possibilità di rifiutare un taglio di bilancio ed esprimersi a favore del servizio pubblico dei media.»
Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa «200 franchi bastano!» presentando una controproposta a livello di ordinanza. Questo modo di procedere è problematico. Come l’iniziativa popolare, anche la riduzione del canone radiotelevisivo ha conseguenze drastiche per il servizio pubblico dei media, per la piazza mediatica svizzera, per il sistema democratico della Svizzera e per la coesione delle quattro regioni linguistiche del Paese.
Melanie Berner, responsabile della politica dei media, constata che «le conseguenze sono prevedibili: indebolimento del radicamento regionale, erosione dei contenuti e della qualità. La SRG SSR non sarà più in grado di adempiere il suo mandato di servizio fornendo la consueta alta qualità delle prestazioni – e ciò preparerà il terreno ad ulteriori riduzioni e al ridimensionamento del mandato di servizio.»
L’SSM condanna fermamente l’attacco del Consiglio federale al servizio pubblico dei media a livello di ordinanza. Nella presa di posizione sulla procedura di consultazione l’SSM avanza fondate critiche sul piano istituzionale, procedurale e sostanziale:
Critica sul piano istituzionale
Con l’approccio scelto, il Consiglio federale priva la popolazione della possibilità di sostenere il servizio pubblico dei media nella sua forma attuale. Poiché la modifica dell’Ordinanza entrerà in vigore se l’iniziativa verrà respinta, questo «controprogetto» in realtà non può essere combattuto a livello politico.
Critica sul piano procedurale
Il Consiglio federale ha deciso di attendere l’esito della votazione popolare prima di definire il nuovo mandato di prestazione della SRG SSR. Tuttavia, le risorse finanziarie per l’adempimento dell’attuale mandato saranno ridotte già anni prima dell’entrata in vigore del nuovo mandato. L’SSM critica duramente questo modo di procedere. La procedura logica imporrebbe di rivedere innanzitutto il mandato di prestazione della SRG SSR ed eventualmente di adeguarlo, desumerne il fabbisogno finanziario e infine determinare l’importo del canone necessario risultante.
Critica sul piano sostanziale
La revisione parziale indebolisce la piazza mediatica svizzera
La concentrazione strutturale dei media, intercorsa negli ultimi anni, favorisce la concentrazione dei contenuti mediatici, con effetti negativi sull’autonomia giornalistica, sulla qualità della copertura e sul processo di formazione di opinione, essenziale in una democrazia. Riducendo il canone, il Consiglio federale favorisce questo sviluppo, invece di proteggere e rafforzare il paesaggio svizzero dei media.
La revisione parziale indebolisce la democrazia svizzera
Lo stesso DATEC afferma che: «in un mondo digitalizzato e frammentato, un buon servizio pubblico è più importante che mai come punto di riferimento per la democrazia.» Se i media privati sono in difficoltà, non ha senso indebolire inutilmente anche il servizio pubblico. L’SSM è fermamente convinto che un taglio dei finanziamenti al servizio pubblico dei media è problematico per il sistema democratico della Svizzera.
La revisione parziale mette a rischio i posti di lavoro e il paesaggio culturale svizzero
Qualsiasi taglio dei finanziamenti alla SRG SSR comporterà perdite irrevocabili a livello di creazione cinematografica, musica, letteratura, teatro e cultura popolare in Svizzera. Anche numerosi altri settori beneficiano di mandati della SRG SSR e forniture di servizi commissionati. Ogni posto di lavoro a tempo pieno è correlato ad un altro posto a tempo pieno in un altro settore economico. I tagli ai finanziamenti si tradurranno inevitabilmente in una perdita di diversità culturale e nella scomparsa di oltre mille posti di lavoro.
Lo scopo del servizio pubblico dei media è la sua funzione integrativa. In virtù del mandato di prestazione, deve includere nei programmi le diverse comunità linguistiche, le religioni, le generazioni e i vari gruppi sociali e fornire all’intera popolazione un’offerta di contenuti esaustivi. In altre parole, la SRG SSR deve offrire contenuti per tutti, pur sapendo che non tutti apprezzeranno l’intera gamma. Ciononostante, i suoi programmi raggiungono ogni settimana l’83% della popolazione svizzera. La prevista riduzione dei finanziamenti mette severamente a rischio il mandato costituzionale che la SRG SSR adempie da anni nell’interesse della popolazione svizzera e della democrazia.