
A che punto siamo nel processo politico?
Nella prossima sessione estiva (dal 2 al 20 giugno 2025), il Consiglio nazionale discuterà l’iniziativa «200 franchi bastano». Sebbene la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale CTT-N abbia raccomandato di respingere l’iniziativa e abbia rinunciato a presentare un controprogetto, nella sessione estiva saranno esaminate anche due proposte di minoranza.
La prima è un controprogetto indiretto avanzato da una minoranza della commissione CTT-N, volto a raggiungere «un assetto più efficiente del servizio pubblico nel settore radiotelevisivo», che propone al Consiglio nazionale di rinviare l’iniziativa alla CTT-N con l’incarico di elaborare un’iniziativa di commissione con valori chiave simili a quelli delle bozze trattate in precedenza.
La seconda proposta è un controprogetto diretto che prevede uno sgravio delle famiglie e delle imprese senza riduzione del servizio pubblico mediatico. In questo scenario, il finanziamento del servizio pubblico mediatico avverrebbe tramite l’imposta sul valore aggiunto e non più attraverso il canone radiotelevisivo. Le entrate derivanti dall’incremento dell’imposta sul valore aggiunto (0,4 punti percentuali per l’aliquota normale e 0,2 punti percentuali per l’aliquota speciale sulle prestazioni nel settore alberghiero) verrebbero destinate a un fondo indipendente dal bilancio della Confederazione, che finanzierebbe il servizio pubblico mediatico.
Nessuna delle due proposte di minoranza sembra avere buone possibilità di successo. Tuttavia, l’esito della discussione in Consiglio nazionale resta aperto. Solo in seguito, la Commissione del Consiglio degli Stati prenderà nuovamente in esame l’iniziativa, presumibilmente nel terzo trimestre del 2025. La discussione finale sull’iniziativa (ed eventualmente sul controprogetto indiretto e diretto) avrà poi luogo in Consiglio degli Stati durante la sessione autunnale (dall’8 al 26 settembre 2025) o, in alternativa, nella sessione invernale (dal 1° al 19 dicembre 2025).
Quando si terrà la votazione popolare?
La Svizzera è organizzata secondo un sistema bicamerale, in cui il Consiglio nazionale (nel caso attuale la prima camera) rappresenta il popolo, mentre il Consiglio degli Stati (la seconda camera) rappresenta i cantoni. In linea di principio, prima di essere discusse e sottoposte a votazione nella prima camera, le iniziative popolari vengono esaminate dalla relativa commissione (nel caso specifico: Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale, CTT-N). Successivamente, l’iniziativa passa alla commissione della seconda camera (in questo caso, la CTT-S del Consiglio degli Stati) prima che anche quest’ultimo si esprima in merito. Indipendentemente dalla decisione del Parlamento, un’iniziativa popolare deve comunque essere sottoposta al voto popolare.
Al termine delle discussioni parlamentari, l’iniziativa deve essere messa ai voti entro un massimo di dieci mesi. Tuttavia, dato il ritmo attuale dell’iter politico, è improbabile che tale termine venga sfruttato appieno. Considerando il periodo di preannuncio di 100 giorni richiesto, la votazione non potrà avvenire prima dell’8 marzo 2026; se la votazione non si svolgerà in quella data, la prossima data possibile sarà il 14 giugno 2026. Il Consiglio federale stabilirà con almeno quattro mesi di anticipo il calendario ufficiale delle votazioni.
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