Smantellamento delle pensioni e indebolimento dell’AVS? Risanamento attraverso l’aumento dell’età pensionabile? Vi sembra un déjà vu? Ebbene, non siete soli a tentare increduli di capire la nuova riforma dell’AVS decisa dalla Confederazione. Già nel 2004, nel 2010 e nel 2017 si è tentato di risanare l’AVS a scapito delle donne, aumentando la loro età di pensionamento. Ognuno di questi tentativi è clamorosamente fallito alle urne.
Come già puntualizzato da Einstein, la follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.
È così anche con la nuova riforma dell’AVS, dove siamo ancora una volta alla casella di partenza. Anche questa proposta non cambia assolutamente nulla all’ingiustizia di base su cui poggia una riforma che va a scapito di chi ha già poco – e ancora oggi sono le donne.
Ricordiamo che già oggi sono le donne le più colpite dalla povertà fra gli anziani. Complessivamente, le loro pensioni sono di un terzo più basse di quelle degli uomini. E le rendite delle casse pensioni percepite dalle donne sono in media addirittura del 63 % inferiori a quelle degli uomini.
L’aumento previsto dell’età di pensionamento vuole risparmiare circa 10 miliardi di franchi a scapito delle donne, che già oggi sono sistematicamente finanziariamente tartassate. Per le donne, la nuova riforma dell’AVS significa circa 1200 franchi in meno all’anno. Uno scandalo inaccettabile.
Ma non è tutto. L’AVS 21 è solo l’inizio di un programma di smantellamento molto più vasto: gli ambienti imprenditoriali e i partiti borghesi continuano a puntare al cuore della sicurezza sociale del Paese e perseguono l’obiettivo dell’età di pensionamento di 67 anni.
Referendum contro AVS 21
Abbiamo detto di no già nel 2004, nel 2010 e nel 2017. E lo faremo anche stavolta! Ecco perché all’inizio dell’anno abbiamo lanciato il referendum – unendo le nostre forze in un’ampia alleanza di sindacati, partiti, associazioni e collettivi femministi.
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