SSM sostiene con forza ed entusiasmo la grande manifestazione organizzata da VPOD, OCST e SIT sabato 29 novembre 2025 alle ore 14.00 a Bellinzona.
Anche noi saremo presenti nel corteo dietro lo striscione unitario «Media forti – Democrazia viva», che porteremo insieme a Syndicom: uniamo le lotte e facciamo sentire la nostra solidarietà!
Cosa chiede la manifestazione?
La mobilitazione nasce come risposta all’attacco alla qualità dei servizi pubblici e alle condizioni dei/lle lavoratori/trici del settore. In particolare, si oppone alle misure previste dal preventivo cantonale 2026, che includono tagli ai servizi, mancata sostituzione del personale in uscita e riduzione di sussidi fondamentali.
Le principali rivendicazioni sono:
- incremento dei finanziamenti ai settori sociosanitario e socioeducativo;
- aumenti salariali che recuperino almeno l’aumento del costo della vita;
- rinuncia alla politica di non sostituzione del personale partente nell’amministrazione;
- revoca dei tagli ai sussidi della cassa malati;
- investimenti coraggiosi nella scuola pubblica;
- soppressione dei nuovi tagli nel settore della migrazione.
Questa manifestazione non riguarda soltanto diritti sindacali, interessa l’intera società: lavoratori e lavoratrici, utenti, cittadinanza.
Perché il mondo dei media è coinvolto? E perché questa battaglia riguarda tutto il servizio pubblico?
Il settore radiotelevisivo, dell’informazione e dei media, in particolare nella Svizzera italiana con la RSI, è da anni sotto pressione: costanti riduzioni del canone, ristrutturazioni, tagli continui che minacciano l’identità locale, la qualità dell’informazione e la coesione nazionale.
A tutto questo si aggiunge ora un attacco ancora più grave: la votazione federale dell’8 marzo 2026, l’iniziativa anti-RSI “200 franchi bastano”, che mette in pericolo l’esistenza stessa della RSI nel nostro territorio.
Non si tratta solo di un taglio massiccio: significherebbe compromettere in modo irreversibile la presenza di un servizio radiotelevisivo pubblico forte e radicato nella Svizzera italiana, con conseguenze drammatiche per posti di lavoro, cultura, informazione, identità e democrazia regionale.
Ma l’attacco cui assistiamo non riguarda solo i media: è un attacco generalizzato al servizio pubblico tutto.
Dalla sanità all’istruzione, dai trasporti pubblici agli enti culturali, ogni settore è sotto pressione. È il caso anche di FFS Cargo che sta vedendo minacciati i terminal sul nostro territorio.
Quando si indebolisce un settore del pubblico, si mette in moto una spirale negativa: salari più bassi, condizioni peggiori, logoramento del servizio e, a cascata, un peggioramento per i lavoratori del privato e per la popolazione.
Dietro la retorica del “lavoratore del pubblico: privilegiato” si nasconde un attacco che impoverisce territori già fragili e trascina verso il basso diritti e salari di tutti e tutte.
Noi non ci stiamo e saremo in piazza il 29 novembre!