
Nella prima metà dell’anno prossimo voteremo sull’iniziativa “200 franchi bastano”, che vuole dimezzare il canone e con esso la radiotelevisione pubblica in Svizzera. Dietro lo slogan accattivante si nasconde un taglio che colpirebbe duramente soprattutto la Svizzera italiana.
Con metà delle risorse, gran parte della produzione locale sparirebbe: meno programmi, meno cultura, meno informazione, meno sport e meno lavoro.
Con una RSI non più “made in Ticino”, oltre al disastro economico ed occupazionale, sul piano federale la Svizzera italiana diventerebbe ancora più irrilevante.
E con una RSI ridotta, verrebbe meno anche la possibilità di criticarla, discuterla e migliorarla, perché non sarebbe più la nostra.
La RSI è di tutti noi.
Non è perfetta, ma è qui, sul territorio, racconta le nostre storie, dà voce alle nostre lingue e alle nostre comunità.
Se la lasciamo segare a metà, perderemo non solo posti di lavoro e programmi, ma anche un pezzo della nostra identità.