
Nella prima metà del 2026 voteremo sull’iniziativa “200 franchi bastano”, meglio conosciuta come iniziativa per il dimezzamento. Una proposta che, dietro lo slogan accattivante, nasconde un progetto devastante: tagliare in due la radiotelevisione pubblica svizzera.
Non è un dettaglio: dimezzare le risorse significa dimezzare la nostra presenza nel panorama nazionale. Per la Svizzera italiana, già minoritaria, sarebbe un colpo mortale.
Cosa rischiamo di perdere
Con la metà dei mezzi attuali, gran parte della produzione nel nostro territorio verrebbe trasferita oltralpe.
- Meno programmi, meno informazione di qualità e meno legame con il territorio.
- Meno cultura e meno sport raccontati dal nostro punto di vista.
- Meno lavoro per chi ogni giorno costruisce la RSI con passione e competenza.
Non sarebbe più una RSI “made in Ticino”: diventerebbe una succursale ridotta, scollegata dal territorio. Le conseguenze sarebbero disastrose non solo per l’economia e l’occupazione di una regione che già arranca, ma soprattutto per la rilevanza politica e culturale della Svizzera italiana a livello federale.
E attenzione: una RSI prodotta in gran parte altrove non sarebbe più “nostra”. Perderemmo anche la possibilità di discuterla, criticarla e migliorarla, perché verrebbe progressivamente allontanata dal nostro controllo e dal nostro territorio.
La RSI è di chi la fa vivere ogni giorno
La RSI non è la sua direzione o i suoi manager: è fatta da chi ci lavora tutti i giorni, da chi produce informazione, cultura, sport e intrattenimento.
Sono le colleghe e i colleghi che conosciamo, i tecnici, i giornalisti, gli operatori, le redattrici e i redattori. La RSI siamo noi.
E come tutte le realtà vive, non è perfetta. Ha difetti, contraddizioni, scelte discutibili. Ma proprio perché è nostra, possiamo criticarla e provare a migliorarla.
Se invece la lasciamo segare a metà, sparirà anche questa possibilità.
Un pezzo della nostra identità
Difendere la RSI oggi significa difendere la possibilità di raccontarci, di dare voce alla nostra lingua e alle nostre comunità, di contare ancora qualcosa in una Svizzera che troppo spesso ci dimentica.
Perderla significherebbe perdere un pezzo della nostra identità collettiva.
Mobilitiamoci insieme
Come sindacato dei media, siamo convinti che non basti affidarsi ne campagne patinate ne alla provvidenza.
Serve una mobilitazione dal basso, fatta di persone, di reti e di iniziative locali.
Per questo vi invitiamo a prendere contatto con il sindacato ( svizzeraitaliana@ssm-site.ch ) per rimanere aggiornati sulle prossime azioni e mobilitazioni.
Ognuno può fare la differenza:
- attivandosi nelle proprie reti sociali e comunitarie,
- condividendo idee e proposte,
- mettendosi a disposizione per organizzare iniziative, anche piccole ma significative.
Solo così potremo costruire una difesa efficace della nostra RSI e del servizio pubblico, che appartiene a tutte e tutti noi.
Non lasciamo che la Svizzera italiana venga ridotta al silenzio.
Difendiamo la nostra RSI. Difendiamo il servizio pubblico.
Clicca qui per vedere il volantino