
Negli ultimi anni, i premi delle casse malati in Svizzera sono aumentati vertiginosamente, con un incremento del 30% negli ultimi tre anni. In un contesto economico già difficile, il Cantone ha deciso di ridurre i sussidi destinati alle famiglie, tagliando 10,5 milioni di franchi che erano fondamentali per chi fa fatica a sostenere questi costi esplosivi.
Cosa significa questo taglio?
Le conseguenze sono drammatiche: circa 30.000 persone si troveranno con sussidi ridotti, mentre 2.500 famiglie perderanno completamente questo sostegno. Per molte di loro, i premi delle casse malati rappresenteranno quasi il 20% del reddito disponibile. Una famiglia tipo della classe media perderà oltre 2.000 franchi all'anno di sussidio. Sommando l’aumento dei premi (stimato in 1.700 franchi), questa famiglia dovrà affrontare un salasso di 3.700 franchi all’anno.
Un sistema inefficiente e costoso
Il sistema delle casse malati in Svizzera non funziona più. È sempre più evidente che i costi sono fuori controllo, alimentati da un sistema basato sulla competizione tra assicuratori privati, dove gli interessi commerciali prevalgono sulle esigenze dei cittadini. La soluzione è chiara: serve una cassa malati unica, pubblica e con premi calcolati in base al reddito. Questo modello garantirebbe equità, trasparenza e un controllo più efficace dei costi.
Ipocrisia politica: chi colpisce davvero il ceto medio e le fasce popolari?
Non possiamo ignorare l’ipocrisia di chi, da una parte, si proclama difensore “del popolo” attaccando il canone radiotelevisivo e, dall’altra, sostiene politiche che penalizzano le famiglie, come i tagli ai sussidi e il mantenimento di un sistema di casse malati insostenibile. La verità è che il problema non è il canone, grazie al quale si finanzia un servizio di qualità e fondamentale per la nostra democrazia, ma il costante aumento dei premi delle casse malati e il ristagno dei salari, che impoveriscono sempre più la Svizzera italiana.
SSM partecipa attivamente alla raccolta delle firme!
Il Sindacato Svizzero dei Media non può rimanere indifferente di fronte a un attacco così diretto al benessere delle famiglie e che toccherà fortemente anche i nostri associati e le nostre associate. In queste settimane organizzeremo una raccolta firme tra i professionisti e le professioniste dei media e non solo.
Firma e fai firmare anche tu il referendum! Le firme devono pervenire entro la fine di gennaio 2025 presso la nostra sede in via Canevascini 6 a Lugano.