Un commento di Jérôme Hayoz, segretario centrale SSM
Mentre vengono tagliati posti di lavoro per risparmiare, i quadri della SSR ricevono i loro bonus annuali come al solito. È semplicemente scandaloso. Da molto tempo l’SSM critica dall’interno un sistema che, chiaramente, non dovrebbe trovar posto nelle aziende di servizio pubblico. Si tratta di un sistema nato nel settore privato, che crea da anni situazioni grottesche e incomprensibili.
Incassare dei bonus grazie ai programmi di risparmio?
Quello che occorre, al contrario, è un sistema salariale trasparente e comprensibile che impedisca, nel limite del possibile, qualsiasi forma di cattiva gestione o di favoritismi. Da un lato la gestione del denaro pubblico è sempre delicata, e dall’altro l’opinione pubblica ha tutte le ragioni di diffidare. Ma la direzione dell’SSR non sembra preoccuparsene. Al contrario: i quadri dirigenti difendono i loro bonus per aver realizzato i piani di risparmio, come se operassero in una grande banca.
Con tutto il rispetto dovuto, Signori Marchand e Cina, questi bonus – o chiamateli come volete – dovrebbero andare al personale. A quel personale che, malgrado una crescente incomprensione, continua a svolgere il suo lavoro, giorno dopo giorno, in condizioni sempre più difficili, e non certo ai top manager che mettono per iscritto i loro obiettivi limitandosi poi a farli realizzare. E ora, invece, ecco! La direzione della SSR giustifica i propri sontuosi bonus per aver realizzato i programmi di austerità che lei stessa ha imposto. Dopotutto, dirigere un’impresa è semplicemente il vostro lavoro. Ed è per quel lavoro che ricevete il vostro lauto stipendio. Non c’è nessun motivo che giustifichi i premi supplementari.
Terreno perso
È giunta l’ora di svegliarsi. L’epoca dell’armonia politica e del largo sostegno alla SSR è cambiata. Politicamente l’SSR è in perdita di velocità e tutti se ne rendono conto, tranne la direzione stessa della SSR. Il cambiamento è cominciato il giorno dopo la sonora sconfitta dell’iniziativa No Billag del 4 marzo 2018. La direzione, quel giorno, si è giocata il suo credito verso la maggior parte del personale annunciando un ampio programma di risparmi. Poi, nel periodo che seguì, cominciò a perdere anche la credibilità nel pubblico.
Infine, malgrado la crisi provocata da una valanga di testimonianze di sofferenza, di discriminazioni sul lavoro e di una cultura d’impresa disfunzionale tollerata per molto tempo, il Consiglio d’amministrazione della SSR ha deciso di confermare il direttore generale della SSR, Gilles Marchand, nonostante fosse implicato nella situazione. Qualche settimana dopo, la decisione di versare i bonus da lungo tempo contestati.
Democratizzare l'azienda!
Tutto sta ribollendo, in questa SSR. In politica, anche i più convinti sostenitori sono diventati detrattori, gran parte del personale è demoralizzato e frustrato, perché delle decisioni prese deve solo sopportare le conseguenze. Anche la Consigliera Federale responsabile si è espressa chiaramente, per la seconda volta in un mese, dichiarando senza mezzi termini che non riesce più a capire la via intrapresa nella gestione della SSR. La stessa Consigliera Federale si era rivolta alla popolazione svizzera un anno fa con il seguente messaggio: "Ora abbiamo bisogno di una scossa nel nostro paese": si riferiva alla situazione pandemica del coronavirus, sostenendo che eravamo già a cinque minuti dopo la mezzanotte”. Pur tenendo conto dei limiti di questa comparazione, ci permettiamo di riferirci a quanto detto dalla Consigliera Federale per affermare che: "nei piani alti della SSR ci deve essere finalmente una scossa ", perché anche lì la mezzanotte è già passata.
- I bonus sono illegittimi e senza nessuna giustificazione, perciò vanno aboliti. Il servizio pubblico non ha bisogno di atteggiamenti manageriali, occorrono invece personalità con il senso dei media, in grado di soddisfare in primo luogo il loro mandato di servizio pubblico.
- L’SSM nota con interesse che la SSR si dichiara aperta a discutere il sistema di remunerazione. La proposta dell'SSM a questo proposito è sul tavolo dei negoziati da un po’ di tempo: si tratta di assoggettare i quadri al CCL SSR e introdurre un sistema salariale chiaro e trasparente per tutto il personale, che permetta una carriera salariale comprensibile.
- Esigiamo una vera partecipazione in modo che il personale possa dire la sua e non solo consultazioni simboliche che, sempre di più, fanno crescere la frustrazione.
- Infine, bisogna introdurre un processo trasparente per la nomina dei quadri, nel quale il personale possa avere voce in capitolo.
Si tratta, in breve, di democratizzare l'azienda per rimetterla sul giusto binario con azioni chiare e tangibili, senza grandi spettacoli e con meno chiacchiere.